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Se è per questo, il mio Argo non ammette che alcuno passi in nostra presenza in un luogo chiuso, o ristretto, né in casa sono ammessi visitatori. E non perde neanche tempo a ringhiare! Potrei raccontare parecchi episodi già occorsimi Questo vale nei riguardi miei e di mia moglie; se poi un estraneo toccasse una delle mie figlie si tratterebbe veramente di una persona in cerca di guai.
Però mi rendo conto che così sia troppo faticoso rapportarsi con il cane, perché è richiesta un’attenzione continua ed una forza che io, francamente, non ho. Spero che diventando adulto e maturando una superiore coscienza della propria forza il cucciolo si moderi o, almeno, diventi meno fulmineo nelle reazioni. Evidentemente quando era molto piccolo ho sottovalutato le sue intrinseche qualità caratteriali (il mio allevatore mi ha confessato che era certo di vedersi restituire il cane!) In verità Valerio mi aveva avvertito della necessità di metterlo in riga da subito, mentre invece io non pratico di molossoidi ero ingannato dallo stereotipo del fumetto Scoby-doo e temevo che mostrandomi io troppo autoritario egli diventasse un grosso idiota. Il fatto è che nell’educazione del cane ci si trova continuamente di fronte ad un’alternativa: lasciare che si esprima secondo natura (pur prevenedo ed evitando incidenti), o costringere il cane a modificare il proprio pensiero uniformandolo al nostro?
In fondo, lo stesso dilemma si pone nell’educazione dei figli!