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[quote=41070] hai citato Lorenz, proprio in questi giorni ne parlavo con Flavio Bruno di lui, sulle origini del cane, e lo stesso Bruno diceva che non ci sono dati precisi per affermare che il cane discenda direttamente dal Lupo, ma da una eserie di incroci fra razze comprreso il lupo,e il primo cane domestico era certamente un tipo Volpino,perciò Lorenz quando espose le sue esperienze non c’era andato tanto lontano,alla faccia delle teorie che vogliono il cane diretto discendente del lupo, infatti tutte le volte che si è tentato di accoppiare un lupo con un cane, come doti caratteriali si è tornati indietro ma di molto,[/quote]
Per chi non lo sapesse, il dottor Flavio Bruno, oltre che proprietario di uno dei più famosi allevamenti, è anche uno studioso di genetica ed autore di pubblicazioni scientifiche in materia che mi dicono essere validissime e che io non sono riuscito a reperire (Valerio potrebbe pur darci qualche indicazione editoriale!).
Con tutto ciò, far discendere dal suo commento un giudizio di validità sulle ricerche di Lorenz sarebbe come dire che Eraclito ha copiato da me, solo perché io ho citato un suo aforisma.
In ogni caso, nella sua opera K. Lorenz, fondatore dell’etologia, sostiene che i cani domestici discendano da due distinti gruppi genetici: i cani nordici, di più diretta discendenza dal lupo; ed il canis aureus che discenderebbe dallo sciacallo. Più che di cani dovremmo parlare della famiglia dei canidi, fra i quali è compresa anche la volpe. Naturalmente il processo di addomesticamento ha richiesto tempi lunghissimi, procedendo di pari passo con la caratterizzazione fisica delle varie razze canine, influenzata poi da fattori ambientali e vicende storiche (interessanti, ma troppo lunghe e complesse perché si possa analizzarle in questa sede). Dice bene dunque il dott. Flavio Bruno citando Lorenz: nei nostri cani c’è più sciacallo che lupo; infatti quest’ultimo sarebbe poco o punto adatto alla simbiosi con l’uomo, come Lorenz spiega magistralmente. Tuttavia alcuni caratteri tipici del lupo sono presenti nelle razze canine più nobili ed in fondo sono proprio esse a rappresentare in massima parte il fascino di questo legame fra l’uomo ed il cane. La lettura di Lorenz, in proposito, è illuminante.
Quanto al recupero del sangue di lupo molti tentativi sono stati fatti: il “lupo cecoslovacco” per esempio, o il “lupo italiano” introdotto negli anni 70 dal dottor Messi. Secondo un mio personalissimo giudizio, si tratta di esperimenti dall’esito poco soddisfacente. Infatti il lupo ha sì un eccezionale istinto predatorio, ma anche una territorialità del tutto assente ed un istinto gregario esclusivamente intraspecifico, impostato su una gerarchia funzionale alla vita di branco. Parlano anche, però, dell’inserzione di sangue di lupo marsicano, di quarta o quinta generazione, in certe linee di Cane Corso che erano state rovinate con meticciamenti eccessivi. Saranno solo voci?
Per concludere, ecco un’osservazione di Valeria Rossi riguardo ad un ipotetico accoppiamento lupo/cane: “sarebbe come accoppiare un uomo con una scimmia, rinunciando ai millenni di miglioramento genetico apportato dall’evoluzione”. Questo vale per chi sposa pienamente le teorie di Darwin, è ovvio.