Cane Corso Italiano – Home › Forum › Le Vostre foto › presentazione Rondra › Rispondi a: presentazione Rondra
Caro Yuri, mi sembra di leggere fra le tue righe una certa esitazione, come se in fondo qualche parte delle tue preoccupazioni non volesse del tutto abbandonarti.
Ormai, tuttavia, Rondra non è più la cucciolina appena svezzata della quale era impossibile prevedere lo sviluppo: ormai è diventata la belissima cucciolona delle foto, ha una sua fisionomia ben precisa e si può benissimo prevedere in quale direzione evolverà. Se ben ricordo, la mamma di Rondra è Enola, la quale è di tipo leggero ma molto agile e forte, reattiva, vivace. Il papà è Griso, il quale molto potente non mi è sembrato, ma quando l’ho visto io era ancora troppo giovane per poter essere giudicato. In conclusione, per quanto riguarda la struttura generale si può pensare che alla fine della propria crescita Rondra sarà un po’ più grande e più pesante di Enola. Quanto al fatto che tu la veda “esile”, questo sì va senz’ altro ascritto alla lentezza dello sviluppo: se è un mito che un cane possa impiegare due-tre anni a raggiungere l’ altezza definitiva perché quella è una caratteristica genetica preesistente, sulla robustezza e sulla muscolatura certamente si può lavorare; mi sembra di capire che tu sei un tipo sportivo, pertanto ne capisci almeno quanto me di struttura muscolare: sai benissimo dunque come potenziare il fisico di Rondra aumentando la massa magra. L’altezza di Rondra già adesso è nella media ed aumenterà ancora di qualche centimetro; che si irrobustisca è nella natura delle cose, specialmente ora che ha superato i problemi di salute e di inappetenza.
Piuttosto, cambiando argomento, dalle tue foto ricavo l’impressione di un luogo molto bello, permeato d’una sorta di allegria complessiva. Ebbene, sono felice per te e per la tua famiglia; per il cane, invece, occorre riflettere. Non prendere queste considerazioni come consigli: sono piuttosto riflessioni derivate dalla mia personale esperienza, quindi valide per me. Tuttavia, io penso che il Cane Corso non sia un cane da compagnia. Non credo che sia adatto per accogliere visitatori, partecipare a feste, vedere tanti amici, ricevere coccole e feste. So bene che mi ripeto, ma poiché sono solo nel sostenere questa teoria del cane da guardia e da difesa, devo per forza ribadire concetti simili, a fronte delle tante persone che pubblicizzano il “cane da bar”.
Qui non si tratta di misantropia, perché al bar vado anch’io, solo che ci vado senza cane; senza cane faccio anche molte altre cose belle e brutte, ma quando mi occupo del cane cerco di assecondare la sua natura senza violentarla. Il Cane Corso subisce già un pesante condizionamento nel vivere in una città, nel veder passare tanti estranei, nel dover moderare i propri istinti. Non è nato per questo; è una smodata ambizione quella che spinge alcuni allo sforzo di rendere il cane duttile e malleabile come un uomo. Come “c’è un tempo per fare cordoglio ed un tempo per ballare” così c’è un tempo per il lavoro, uno per gli amici, uno per il cane.
Addestrare, insegnare, plasmare, socializzare: tutti sinonimi di una sopraffazione che forse, in una minima misura, è inevitabile ma che va ridotta al minimo.