Cane Corso Italiano – una Razza Straordinaria! › Forum › Carattere ed educazione del cucciolo › Dal veterinario › Rispondi a: Dal veterinario
Ciao Mattia, capisco perfettamente quello che dici e mi trovo d’accordo sulla sostanza della questione.
Quel che intendevo affermare è una questione squisitamente mia, personalissima, ovvero da un lato ritengo encomiabile il cercare di far trascorrere più tempo possibile al cane in compagnia della propria famiglia, dall’altra sono convinto che esistono luoghi consoni al cane e luoghi meno consoni, come la pizzeria. Per essere più esplicativo e dare il senso del mio pensiero, posso dirti che lo stesso identico ragionamento lo possiamo allargare a tanti altri aspetti della vita, ad esempio i bambini. Per me una pizzeria non è un luogo per bambini molto piccoli i quali si annoiano a bestia e non gliene importa nulla delle nostre conversazioni da adulti. Vedo spesso molte famiglie con bambini in età non ancora adatta che poi finiscono per rovinarsi e rovinare la serata degli stessi genitori, o perché tendono a distrarsi e giocare in modi non certo d’uopo per un luogo pubblico o perché piangono e frignano senza sosta.
Nel mio modo di vedere bisogna fare sempre l’interesse dei bambini così come del proprio cane, o ancora meglio di qualunque soggetto che dipende da me, del quale ho la responsabilità. Il benessere del cane, del bimbo o dell’anziano viene prima delle mie voglie di andare al ristorante. In questo senso dico che se ho un bimbo piccolo rinuncerò alla pizzeria fin quando non avrà raggiunto un età tale per cui se la gode quanto me. Lo stesso dico per il cane, che a stare immobile sotto un tavolo per delle ore mentre io ceno con amici non credo se la spassi, anche perché in un luogo pubblico si trova probabilmente iperstimolato da voci, suoni, odori, persone, luci e chi più ne ha più ne metta e dovrebbe pertanto reprimere ogni sua curiosità e desiderio per compiacere il mio desiderio di mangiare una pizza con la mia ragazza o i miei amici.
Se voglio portare al mare un bimbo di due o tre anni so che dovrò alzarmi all’alba e andarci dalle 7 alle 9 e non dalle 10 alle 2 come farei normalmente. E anche per il cane vale lo stesso, se lo porto in una spiaggia super affollata ad agosto nell’ora di punta so già che non è il suo luogo. In mezzo a mille persone che corrono, si tuffano, schiamazzano, palloni che volano, bimbi che corrono io devo chiedere al mio cane di starsene buono e fermo accanto alla mia sdraia. E magari lui lo lo fa anche, ma è gli piace? E’ il suo bene? Mi viene il dubbio che lui vorrebbe saltare dietro alla prima pallina che vede rimbalzare per distruggerla. Allora io mi sveglio presto e al mare vado due volte, prima col cane in orario e luogo scarsamente trafficato così lui salta, corre, si tuffa, nuota, e se la gode alla grande perché può essere CANE, poi lo porto su a casa e vado al mare io coi miei amici a fare tutto quello che faccio in quanto essere UMANO. Così faccio a meno della museruola.
Ripeto che si tratta di una mia personalissima sensibilità per cui io non lo faccio e so anche di non essere tra i più a pensarla in questo modo.
Mi rendo conto anche che il mio cane è un privilegiato in quanto vive in campagna in spazi aperti enormi e ha la possibilità di realizzare pienamente il suo essere cane perché si trova esattamente nel suo elemento, ma per molte persone che vivono in città e in appartamenti l’esigenza di far uscire il cane è una cosa reale ed importante che comprendo bene. Ma per farlo ci tocca faticare molto a trovare le giuste misure e i compromessi per far in modo che tutto avvenga senza arrecare fastidi o disagi al prossimo, inclusa la museruola.
Per coerenza coi miei principi ti dico anche che nonostante ami da morire i cani, ho represso a lungo il mio desiderio di averne uno fin quando non mi sono trasferito in campagna, perché ho valutato il benessere dell’animale prima del mio desiderio di averlo.
Parto dal presupposto che un cane di taglia grande non è un animale da appartamento. Il fatto che si adatti a viverci non significa che sia la sua dimensione, si “adatta” appunto. Quindi se proprio vogliamo averlo, sappiamo già che andremo incontro a tante piccole rinunce e qualche sacrificio, perché bisognerà farlo uscire molto e spesso perché possa correre, giocare, esplorare e annusare, per cercare di ricostruire in qualche modo uno stile di vita che dovrebbe avere ma che gli è negato. E nel fare tutto questo bisognerà essere attenti anche alla sensibilità altrui ed ovviamente come dicevi tu Mattia, alla imbecillità altrui.