Dai che io il premio lo becco! 😉
Ed aggiungo che mi trovi quasi completamente d’accordo, anzitutto sulla parte che riguarda i valori e le tradizioni senza voler essere retorici, perché in fondo tutti hanno pensato e pensano ai miei tempi era meglio, lo dicevano i miei nonni parlando della loro infanzia, i miei genitori e adesso mi trovo a dirlo anch’io. Ciascuno di noi si porta dentro la propria esperienza e il ricordo di ogni cosa che è stata, e così i cartoni animati che guardano oggi i miei nipoti li trovo orrendi e diseducativi quando quelli con cui crebbi io li trovo meravigliosi perché tali sono nei miei ricordi. I miei genitori che di cartoni animati non ne avevano al tempo in cui erano bambini, pensano fosse meglio perché stavano all’aria aperta o facevano altro. I miei nonni lo stesso, perché a differenza dei loro figli cresciuti nella società nucleare, ritenevano che il loro tempo fosse migliore, perché i figli non si sarebbero sognati di rispondere a un rimprovero dei genitori e via discorrendo.
Ma non voglio essere retorico come detto, e più che condannare i tempi moderni tout court o le nuove tecnologie che in molti casi sono estremamente utili e ci migliorano la vita, preferisco pensare alla quasi completa perdita del rapporto con la natura. Quello sì è un delitto. Ho avuto la fortuna immensa di crescere sotto il cielo stellato di cui Maurizio parla, col solo rumore del mare che si infrange sugli scogli o dei grilli che cantano; e quel silenzio e quella magia me la porto dentro e cerco di trasmetterla non solo ai nuovi arrivi, nipotini e cuginetti, ma anche ai tanti amici, coetanei e non che ne sono orfani. Chi ama i cani in qualche modo è costretto a confrontarsi con la natura e ad avere un rapporto con essa, dal momento che questo magnifico animale che abbiamo davanti, anche se in un salotto, ci racconta di tutta quella storia.
Riguardo a Darwin e amici, anche lì in fondo hai ragione Maurizio, le razze moderne hanno poco o nulla a che fare con la rigida selezione di madre natura e sono state create dall’uomo, un tempo sulle funzioni, successivamente anche sull’estetica (che è tutt’altro che un male di per sé) fino alle contraddizioni e gli sfaceli di oggigiorno.
Qualche tempo fa scrissi che il cane ben si adatta a vivere in appartamenti e città e può condurre una vita tutto sommato felice se ha un degno padrone. Ma si adatta appunto, non significa che è nato per quello. Ha artigli per la terra, non per i parquet e questo vale per ogni altro aspetto del suo corpo che si voglia prendere in esame. Forse potrei tenere in casa anche un cavallo e renderlo felice, ma certo mi sentirei di fargli un torto. La passeggiatina al parco dei nostri cuccioli è un simulacro di ciò che un cane dovrebbe vivere anche se prendessimo in esame il più attento e volenteroso dei padroni, con gite domenicali in montagna, lunghe corse per boschetti e frequenti uscite quotidiane. Resta un misero 10 o 20% dell’esistenza intera dell’animale, a voler essere generosi. A mio modesto parere, solo nella natura un cane può realizzare completamente il suo essere cane se pur potrà ben adattarsi a scenari alternativi.
Viviamo con cani creati da noi che vivono in ambienti creati da noi, case città , strade. Eppure siamo tutti qui a parlare di funzione, selezione e madre natura.
Visti da un ampio spettro tutti questi discorsi diventano molto relativi e sfumano in un nulla di fatto. Si parla per amore di parlare e confrontarsi perché è sempre piacevole uno scambio costruttivo, ma ha davvero senso essere rigidamente tradizionalisti o funzionalisti scientifici quando poi il nostro cane vivrà tra morbide coperte e strade lastricate per l’80% della propria esistenza? Quando i geni di quel cane sono stati assemblati da noi stessi per fargli fare qualcosa che a noi serviva e per piacerci quando lo guardiamo?
Della serie “il mio è tradizionale rustico e ti sbrana se ti avvicini” “il mio è il più figo del mondo con quelle linee aggraziate e le medaglie che ha vinto”. E poi quei due cani conducono la stessa identica vita dentro qualche appartamento al settimo piano e se vedono un prato mezz’ora al giorno sono fortunati. Ha senso?
Diverso è il caso di chi realmente necessita di una funzione come la guardia perché vive isolato in campagna, perché ha qualcosa da proteggere e così via. Ma quanti sono tra tutti i possessori di cani da guardia quelli che hanno davvero necessità della guardia? Il 20%? Forse è pure tanto.
Facciamo un sondaggio interno al forum, scopriamo tra di noi quanti sono effettivamente ed oggettivamente i soggetti che hanno necessità della guardia del cane nelle loro vite.
Suvvia amici, amiamo tutti i cani qui, li scegliamo perchè sono impareggiabili compagni di vita e se anche gli abbiamo tolto qualcosa sottraendoli alla natura che gli spetterebbe, gli offriamo in dono il rapporto che con noi costruiranno e se saremo bravi a farlo compenserà le altre mancanze. E sebbene sembri crudo e triste da dire, li scegliamo anche perché il loro aspetto ci piace, come faremmo con una automobile o un vestito.
Per questo è molto raro che io condivida posizioni molto rigide o estreme. Divisioni nette. L’expo e il tradizionale, il corso e il mastino. Bianchi e neri. Vero tutto per carità , ma se osservati da lontano questi puntini diventano piccoli. E in mezzo ci sono sempre tutti i toni del grigio. Come quello del mio Goran.
Perdonatemi, ma sono uno che non non ha certezze e che diffida di chi le ha. Sono un apostolo del dubbio e della conoscenza che apre sempre a nuove domande. Posso sempre cambiare opinione su ogni cosa se me ne convinco, ed esprimo con libertà assoluta le mie mettendo sempre nel conto di poter sbagliare e quindi imparare qualcosa di nuovo. Sono davvero pochissime le cose solo bianche o solo nere al mondo. E i nostri amatissimi cani non sono parte di questa materia.
Ora è il mio turno di distribuire i premi ai lettori più resistenti 😉
Arrivederci.