Cane Corso Italiano – Home › Forum › Carattere ed educazione del cucciolo › IL GIOCO DELLA GUERRA › Re: IL GIOCO DELLA GUERRA
Chi attacca tutto e tutti non è un cane da guardia, bensì un pazzo! Noi discutiamo appunto del corretto atteggiamento che desideriamo dal nostro cane.
D’altra parte, io non immagino che si possa chiedere ad un cane da guardia di farla solo in base alle caratteristiche dell’invasore: dovrà attaccare gli uomini alti e lasciar passare i ladri bassi? I giovanotti sì e i ragazzini no? Fermerà il medico uomo e lascerà entrare la zingara donna con frotta di figli al seguito? Che età e che altezza porremo come limite? Dovrà anche distinguere in base al colore degli occhi?
Un cane intelligente e sereno, che vive in famiglia e si sente apprezzato per quello che dà secondo la propria natura, vuole collaborare per quello che ritiene sia il benessere della propria casa e sa da solo cosa deve fare, ma naturalmente è molto schematico; noi dobbiamo soltanto badare che la sua natura trovi le condizioni per potersi manifestare in sicurezza e senza errori, ma è un compito nostro, non del cane! In realtà questo gioco comincia prima ancora che il cucciolo arrivi in casa. Fatta chiarezza riguardo ai propri convincimenti, occorre abbandonare l’idea che tutti i cani siano uguali o comunque riconducibili ad un modello standardizzato di “educazione”: questa idea infatti significa violentare la natura del cane, rovinarlo come individuo e, alla lunga, svalutarlo come portatore di un genotipo.
In altri termini, è necessario aver chiaro che si sceglie una determinata razza per specifici motivi; poi bisogna prevedere, di conseguenza, le prime necessità del nuovo arrivato.
Dunque, la scelta del cucciolo sarà effettuata con riguardo a tali caratteristiche desiderate: chi volesse fare di un Terranova un cane da difesa si mostrerebbe uno sprovveduto e altrettanto chi, in cerca di un Cane Corso, si procurasse un bel Boxerone da esposizione!
Io volevo un cane da difesa e da guardia, che fosse anche disponibile ad uno stretto rapporto affettivo con dei bambini. Ho quasi sempre avuto Pastori Tedeschi (tranne una sciagurata esperienza con un Terranova) e desideravo cambiare razza; dopo aver pensato anche al Rottweiller ho optato per il Cane Corso.
Mi sono presto accorto che questa razza non è così omogenea come altre: nel suo ambito si riscontra un’amplissima variabilità sia morfologica che caratteriale. Ho iniziato a parlare con tutti (molte informazioni e consigli importantissimi ho ricevuto da Valerio Ricci) ed a consultare e visitare svariati allevatori. Ho scelto Argo, indirizzato da un allevatore il quale ne aveva conosciuto alcuni ascendenti, dopo aver visto i suoi genitori e dopo aver valutato i loro proprietari, che mi erano stati presentati come persone appassionate e competenti (lo sono, eccome!) In una delle visite al cucciolo avevo lasciato lì una coperta perché si impregnasse dell’odore della madre; questa coperta ha poi seguito Argo, quando sono andato a prenderlo, durante il viaggio e nel suo letto.
Poi ho fatto in modo da poter disporre di tempo e luogo adatti: ho preso un mese di ferie e, col cucciolo, mi sono ritirato nella mia cascina fuori città. Qui non c’era alcun estraneo, non occorreva il guinzaglio, c’era spazio aperto e comodità. Il cucciolo ha imparato da solo ad uscire per i bisogni fisiologici, tanto che non ho dovuto mai sgridarlo. Quanto al movimento, essendo molto pigro ne avrebbe fatto a meno, ma io lo costringevo a seguirmi semplicemente… andando via, perché pur di non restare solo mi veniva dietro piagnucolando. Dopo due giorni gli ho messo il guinzaglio senza che facesse alcuna storia.
Era tenerissimo: non voleva mai stare solo, è entrato immediatamente in simbiosi con le mie bambine, che adora; mangiava solo dalle nostre mani rifiutando la ciotola; la sera dormiva nel suo lettino posizionato davanti alle nostre camere ma, prima di andare a letto, passava a salutare tutti con una bella leccata. Prima delle cinque veniva a chiamarmi per uscire.
Riguardo all’alimentazione, gli ho dato da subito carne cruda, ma già era abituato così. Il suo appetito è andato sempre aumentando: ora mangia 1200 g di carne, più circa 300 g fra pasta, verdura, formaggio, uova. Dovrei ridurre i pasti da tre a due, ma non ho il coraggio e passo l’incarico di sopprimere il pasto centrale a mia moglie, la quale lo ripassa a me…
L’unico problema che ho avuto con Argo era la sua necessità di giocare, perché ogni tanto pretendeva di fare la lotta e distrarlo era un problema; si rimediava con il tiro alla fune, il lancio di bastoni, le bottiglie di plastica e… i guanti da lavoro per proteggere le mani.
Raramente, nelle nostre passeggiate fra i boschi ci capitava di incontrare un viandante e da subito Argo si mostrava estremamente guardingo e aggressivo; in quelle circostanze noi lo elogiavamo moltissimo. Del resto, provate a mettervi nei suoi panni: in un bosco deserto arriva improvvisamente incontro a noi un uomo che corre; lui lo considera un aggressore e lo attacca; quello corre in direzione opposta: è ovvio che doveva trattarsi di un malintenzionato e che lui l’ha messo in fuga! Cosa può saperne lui di footing?
Capitava anche di incontrare dei cani che uscivano da qualche cascinale: io mi armavo di bastone, pronto a difendere il mio piccolo, ma non ho avuto mai bisogno di farlo perché Argo attaccava lui per primo e gli altri non capivano che si trattava di un cucciolo (ormai, a tre mesi, pesava 18 kg) e battevano in ritirata.
Al termine di questa prima fase, i principali problemi erano ormai risolti e si trattava semmai di moderare la diffidenza di Argo verso il mondo circostante: in città ci sono altri cani, persone che passano, parchi-giochi pieni di bambini. Se avessi potuto tenere il cane in cascina il problema non si sarebbe posto; d’altra parte un cane veramente integrato nella vita di famiglia deve poter vivere coi padroni in qualsiasi circostanza.
Ho già scritto, altrove, dei problemi incontrati in città e nei parchi cittadini, nei primi mesi.
Il fatto è che reprimendo il carattere del cane temevo di spegnere in lui il naturale spirito d’iniziativa; d’altra parte non potevo certo spingerne l’aggressività, già al limite: era anzi necessario moderarla.
Devo dire che Argo ha imparato rapidamente a distinguere fra le varie situazioni e, con qualche piccola oscillazione caratteriale, a sette mesi è già molto affidabile: sono certo che diventando adulto non potrà che migliorare. Il bello è che mantiene una memoria di ferro per le situazioni: imparata una norma di condotta la segue per sempre; memorizzato un cane che con lui è stato socievole all’inizio lo saluta sempre con simpatia, mentre quelli che all’inizio gli hanno ringhiato ormai non possono più passargli vicino!
Mi dispiace solo che sia cresciuto così in fretta: era un orsacchiotto tanto tenero, ora è diventato una specie di puledro sgraziato! Ma quando dorme pesantemente con le zampe rigide in alto fa morire dal ridere; quando ti si accuccia ai piedi e ti appoggia addosso quel testone enorme fa ancora tanta tenerezza…
Ecco, la pet-terapia è un’invenzione pubblicitaria per diffondere simili istintivi sentimenti di simpatia per i cani anche in coloro che da tale simpatia sarebbero alieni!
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