Cane Corso Italiano – una Razza Straordinaria! › Forum › Carattere ed educazione del cucciolo › Lambiente ed il carattere › Re: Lambiente ed il carattere
Per concludere questo scambio di opinioni, vorrei discorrere un po’ del guinzaglio, male necessario in città e tuttavia anche arma a doppio taglio. E’ evidente che non si può condurre un cane libero tra la folla, o nel traffico, o vicino ad altri cani. D’altra parte il guinzaglio stimola l’aggressività e nel contempo la distorce. Come diceva Valerio Ricci, esso delimita temporaneamente i confini del mondo, all’interno dei quali il cane da difesa o da guardia esercita le proprie prerogative. Ma anche funge da cordone ombelicale, perché il cane al guinzaglio sente il contatto col padrone, che gli incute coraggio e sicurezza e nello stesso tempo lo libera dal compito gravoso di pensare: al guinzaglio, il cane agisce e basta. E’ bene, quando si può, liberare il cane perché in tal modo egli acquista una maggiore autonomia nella scelta degli spazi e si abitua a guardare più lontano, sia in senso fisico che metaforico. Questo risulta evidentissimo in uno spazio aperto e libero: il cane individua delle piste, parte ad esplorare oggetti più lontani, immagina o trova possibili prede, corre avanti e indietro giocando e cercando di compattare il proprio “branco”. In città occorre molta cautela, ma il massimo sarebbe un cane che “stia al guinzaglio” pur senza averlo.
Ricordo un racconto di Valerio, il quale descrive l’incontro fra la sua Noor ed un dobermann in un recintino: se fosse stata al guinzaglio, forse Noor lo avrebbe attaccato subito, oppure se la sarebbe presa col padrone troppo spiritoso; libera, ha dimostrato un equilibrio incredibile per un cane giovane, ed una capacità di agire in autonomia davvero fantastica. Ma raggiungere quei livelli richiede capacità non comuni e certamente non è facile, anzi talvolta risulta impossibile. Io comunque non ci sono mai riuscito.
Ieri sera, verso le 23, nell’ultima passeggiata Argo ed io attraversavamo un parco e due giovanotti ci son venuti incontro. Pensavo che si trattasse dei soliti tossici accattoni, invece uno, molto gentilmente (forse credeva che fossi io quello che morde) mi chiede di vedere il cane. Io gli rispondo sorridendo che il cucciolo non è molto socievole, ma i due che non avevano capito fanno due passi avanti e… quattro salti indietro, perché Argo con un ruggito sordo era saltato loro addosso, fermato solo dal guinzaglio che tenevo stretto. I due ragazzi, meravigliati, hanno chiesto: ma quanti anni ha? “Cinque mesi” ho risposto Ed uno di loro: “Com’è possibile?” E qui mi è venuta in mente una battuta di Valerio Ricci: “Poca acqua nel vino!”